Da quando Peter Drucker, autore di fama mondiale per le sue opere sulle teorie di gestione aziendale, per oltre vent’anni docente di Management alla Graduate Business School di New York, coniò il termine e il modello del MBO (Management By Objectives), molta acqua è passata sotto i ponti delle organizzazioni e dei relativi modi di gestirle.

La sua declaratoria a riguardo fu chiara e, per gli anni cinquanta, epoca in cui ne pubblicò dei saggi, anche molto innovativa: “Solo avendo obiettivi si sa dove far andare l’impresa; solo dichiarandoli si può impegnare il management a raggiungerli; solo migliorandoli si può premiare (o punire) il management per quel che ha fatto”.

E oggi? Sono ancora validi gli assunti di base del management secondo Drucker? Sembra di no.
Oggi dal genitore originario, l’MBO appunto, sono nati talmente tanti figli che si fa fatica persino a contarli, talvolta a distinguerli l’uno dall’altro, sicuramente a capire chi tra di loro sia il “migliore”: si parla di MBP (Management By Processes ma anche Management By Policies e ancora Management By Projects e per qualcuno Management By Performances…), passando dal MBWA (Management By Wondering Around) per terminare col MBR (Management by Results)…

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza insieme?

MBO ha ancora senso parlarne?

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