Oggi in azienda hai applicato tutte le dritte sul feedback di cui ti abbiamo già parlato. Ma senti che manca qualcosa. In effetti qualcosa manca. Ed è il suo uso nel senso strettamente manageriale. Potresti scoprire che immaginarti la persona con cui ti stai interfacciando come una finestra è la cosa giusta da fare.

Una finestra? Sì, proprio così. Se vuoi saperne di più dovresti continuare a leggere.

 

Il feedback nel management

 

Il feedback è uno strumento decisivo. E’ quell’informazione che permette, a chi la riceve, di verificare, rafforzare o modificare il proprio comportamento in base a un determinato obiettivo da raggiungere.

L’oggetto del feedback ci dice quanto, e con quale grado, la situazione presente si discosti dall’obiettivo che ci siamo prefissati.

E’ sbagliato pensare che il feedback sia uno strumento positivo o negativo. Il feedback nel management è neutro per definizione e non è connotato da giudizi di merito.

C’è molta differenza tra affermare “stai andando troppo veloce” e “sei negato!”: nel primo caso sto fornendo al mio interlocutore un informazione utile per raggiungere l’obiettivo; nel secondo caso invece sto soltanto stroncando le sue capacità di guidare.

 

La finestra di JoHari

 

E’ un modello, studiato dagli psicologi Joseph Luft e Harrington Ingham, che immagina la persona come una “finestra”. L’obiettivo è visualizzare in maniera intuitiva in che modo l’Io si relaziona con se stesso e con gli altri.

La finestra-persona viene concepita come formata da quattro parti, uno spazio:

 

  • aperto: comprende ciò che so di me stesso e che racconto agli altri;
  • segreto: rappresenta quello che so di me ma che non rivelo;
  • ignoto: racchiude ciò che non so di me e che anche gli altri non sanno;
  • cieco: costituito da ciò che non so di me ma che gli altri sanno.

 

L’utilità del feedback sta proprio nel portare lo spazio cieco a diventare uno spazio aperto. Attraverso il feedback infatti gli aspetti meno visibili della persona diventano opportunità per migliorarsi, per conoscere meglio se stessi, per relazionarsi meglio con gli altri.

Aumentando la nostra possibilità di fare scelte in sintonia con il nostro Io, con i nostri desideri e i nostri obiettivi.

 

Cos’è (o cosa dovrebbe essere…) il feedback in azienda

 

Abbiamo già detto che il feedback nel management è uno strumento neutro senza connotazioni di merito. E quanto sia utile per approfondire meglio noi stessi e i comportamenti che gli altri tengono nei nostri confronti (e viceversa).

E’ importante sottolineare un fattore: il feedback deve essere pensato, ragionato, prima di essere “restituito” al nostro interlocutore.

Il feedback è uno strumento potente per lo sviluppo delle competenze, quindi di cruciale importanza nella gestione delle risorse umane. Dato il suo peso, può influire molto sugli effetti della motivazione dei dipendenti sul luogo di lavoro.

In un ambiente lavorativo il feedback aiuta a riflettere sui propri punti di forza e di debolezza, e su quali siano le aree di miglioramento. L’obiettivo finale è quello di incrementare relazioni positive e proficue per tutti gli attori in gioco.

 

Perché dare feedback in azienda?

 

Diffondere una cultura orientata al feedback è utile per diversi aspetti. Migliora:

 

  • la motivazione, anche in momenti di maggiore tensione e difficoltà;
  • la consapevolezza, permettendo di svolgere meglio e più efficacemente il lavoro, compiendo scelte funzionali agli obiettivi;
  • il problem-solving, perché consente di affrontare meglio e risolvere più efficacemente ostacoli e difficoltà;
  • tutto il processo, perché ascoltare il feedback permette di valutare la bontà di tutto il progetto;
  • il rendimento, perché il feedback dato dal proprio responsabile può servire a determinare una parte variabile della retribuzione.

 

Se vuoi saperne di più sul feedback leggi qui.

 

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