I numeri e il clima che si respira nel mondo del lavoro sono chiari. Mantenere alto il grado di coinvolgimento dei collaboratori è fondamentale per non perdere talenti.

Tra luglio e settembre 2021 sono stati 524.417 gli italiani che hanno deciso volontariamente di dimettersi dal proprio posto di lavoro. Un incremento dell’8% rispetto al secondo trimestre secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro.

Cosa dovresti fare per scongiurare la perdita di talenti? C’è una parola sola su cui investire: engagement. Qui ti spieghiamo come e perché è così importante e quali sono gli errori da non commettere.

 

Perché l’engagement è importante?

 

L’engagement (il coinvolgimento) dei dipendenti è un fattore strategico per la riuscita degli obiettivi aziendali.

La pandemia ha fatto capire ad aziende e dipendenti che lavorare da casa non solo è possibile ma anche produttivo. Ciò che può cambiare non è solo il modo e il luogo di lavoro, ma anche il coinvolgimento dei collaboratori.

Aumentare il loro engagement aziendale è sempre più importante per il successo del business e per la trasformazione digitale in generale.

 

Cambiare adesso

 

Secondo una ricerca condotta da Microsoft il modo in cui le aziende pensano il coinvolgimento dei propri dipendenti è cambiato. Prima della pandemia solo il 24% riteneva una priorità aumentare l’engagement dei propri dipendenti. Dopo la pandemia siamo arrivati al 36%. Certo, i numeri sono ancora bassi. Ma è l’inizio di un nuovo modo di pensare il business.

 

L’engagement e il risparmio

 

Non è solo questione di buon senso capire che avere dipendenti coinvolti significa far funzionare meglio l’azienda.

Secondo uno studio americano condotto su 1.500 aziende, il quadro è chiaro: già prima della pandemia la mancanza di coinvolgimento dei dipendenti poteva costare alle aziende fino a 550 miliardi di dollari l’anno. Non solo: il personale scarsamente impegnato commette il 60% in più di errori di quanto non farebbe un personale coinvolto in maniera appropriata.

 

Errori da non commettere

 

I dipendenti restano infatti la chiave del successo dell’azienda. Migliorare il loro coinvolgimento significa migliorare gli obiettivi del business. Per questo la leadership deve concentrarsi su ciò che può fare per i propri dipendenti per aumentare il loro engagement.

Cambiare si sa comporta delle scelte. Una delle cose da non fare è introdurre nuove tecnologie senza informare adeguatamente i dipendenti, oppure introdurne una che non capiscono o di cui non hanno bisogno.

I dipendenti vanno ascoltati e coinvolti nel processo aziendale. Per questo bisogna tenere conto del loro feedback e trovare la soluzione più adatta alle specifiche esigenze.

 

Imparare a migliorare

 

Se c’è una cosa che i dipendenti hanno imparato da questa pandemia è che lavorare da casa non è solo possibile ma anche produttivo. L’importante è avere a disposizione un luogo accogliente dove potersi concentrare sul lavoro da svolgere.

Molte aziende leader permettono ai propri dipendenti di scegliere il modo di lavorare: in ufficio, da remoto, oppure in modalità mista. I dipendenti possono così scegliere il modo più adatto in base alle proprie esigenze individuali o famigliari.

 

Questione di empowerment

 

L’engagement è una questione di empowerment: aiutare i propri dipendenti a essere soddisfatti del proprio lavoro significa anche aiutarli a sentirsi un membro prezioso all’interno dell’azienda.

Come fare per raggiungerlo? Prevedere questi step è un buon inizio:

 

  • Garantire possibilità di avanzamento di carriera
  • Prevedere opportunità di aggiornamento professionale
  • Ascoltare i loro feedback

 

Se vuoi saperne di più su come coinvolgere attivamente i collaboratori leggi qui.

 

 

Leggi anche: Come evitare gli errori di valutazione?

2 Replies to “Fuga dei talenti: la parola d’ordine è employee engagement”

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