Nei giorni scorsi sul periodico statunitense The New Yorker c’era una vignetta che raffigurava una donna arrivata in ritardo a una riunione di lavoro e che, per giustificarsi, diceva “Sorry I’m late. I got caught up at home being happy” (Scusate il ritardo. Sono rimasta incastrata a casa ad essere felice/ero impegnata a casa ad essere felice).

È il riassunto perfetto del nuovo fondamentale asset nel futuro del lavoro: la felicità. Secondo l’ultimo report di Gallup i lavoratori italiani sono i più tristi di d’Europa.

Abbiamo già parlato di come il concetto di felicità sta cambiando il mondo del lavoro, anche con l’introduzione di nuove figure. Ma quello di cui vogliamo parlarti adesso sono i 3 modi in cui la tua azienda può creare felicità sul posto di lavoro. E queste riflessioni arrivano dritte dal meeting annuale del World Economic Forum 2022.

 

La felicità a tutti i costi

Negli ultimi due anni abbiamo assistito a un fenomeno che alcuni hanno chiamato Great Resignation, le grandi dimissioni in cerca della felicità. Bisogni che erano messi spesso in secondo piano, ma che da anni cercavano di venire fuori, si sono imposti. Fra questi, il più importante, il diritto di essere felici anche, e soprattutto, sul lavoro. Sono nati nuovi interrogativi: quali aspetti del mio lavoro mi danno felicità? cosa ottengo dal mio lavoro?

Non sono certo concetti nuovi, ma nuova è la modalità e la velocità con cui si stanno imponendo nel mondo del lavoro. Le persone hanno iniziato a licenziarsi dai lavori che non le rendono felici, a selezionare meglio in fase di ricerca. Ma soprattutto sappiamo come la felicità aumenti la produttività e la crescita le aziende.

Ed è per questo che la felicità è la nuova e più importante sfida per le organizzazioni di oggi. Ma cosa significa?

 

Persone al centro

La Conference Board ha pubblicato, come riporta il WEF, il suo sondaggio 2022 sugli amministratori delegati. I risultati hanno rivelato che meno del 40% dei leader si sente pronto ad affrontare crisi legate alle sfide aziendali che li attendono (dalla cybersicurezza all’inflazione). Questo vuol dire che le persone che formano le aziende, a partire dai leader, devono migliorare la loro resilienza.

 

Gap di felicità

La verità è che esiste un deficit di felicità: ovvero la differenza tra le aspettative di felicità dei dipendenti e la loro realtà lavorativa.

Già nel 2018, grun’indagine condotta da Kearney, rivelava che quasi il 90% delle persone si aspetta di provare un grado sostanziale di felicità sul lavoro, ma solo il 37% la prova effettivamente. Il 53% delle persone sperimenta cioè la differenza fra la felicità attesa e quella provata.

Nel 2021 è stata ripetuta l’indagine, ma questa volta con l’impatto della pandemia. I risultati hanno evidenziato un aumento del gap di felicità, che si è ulteriormente ampliato, passando dal 53% al 61%.

 

Tre modi per creare felicità

Non cercare di colmare questo divario vuol dire disinteressarsi alle persone che formano l’azienda. E questo, come già abbiamo visto, porta le organizzazioni a essere meno competitive sul mercato.

Quello che ogni leader dovrebbe domandarsi oggi è: come faccio a incrementare la felicità sul posto di lavoro?

La risposta arriva dalle riflessioni scaturite dal meeting annuale del World Economic Forum 2022.

 

Obiettivi

L’obiettivo deve essere semplice, e tutte le persone dell’azienda devono conoscerlo e comprenderlo. In questo modo è più facile sviluppare la produttività, l’inclusione, la sostenibilità e il senso di appartenenza.

 

Persone

È necessario incrementare i contatti sociali, di cui le persone, ora più che mai, hanno bisogno. Per farlo si possono ripensare o eliminare le riunioni che con la pandemia e il lavoro da casa sono vissute spesso in modo passivo. Aggiungere elementi interattivi, costruire team che lavorano insieme a dei compiti, fisicamente o in modalità ibrida, e aumentare i contatti one-to-one anche se per poco tempo.

 

Elogi

Le persone hanno bisogno di sentirsi riconosciuto il lavoro che fanno e il ruolo che hanno all’interno dell’organizzazione. Per questo è fondamentale elogiare e complimentarsi per il lavoro svolto con ogni singola persona o a piccoli gruppi. L’elogio deve essere il più personale possibile e dato settimanalmente.

 

I lavoratori più tristi d’Europa? Quelli italiani

Secondo l’ultimo report di Gallup sullo “Stato globale del mondo del lavoro 2022” i lavoratori italiani sono i più tristi d’Europa, arrabbiati e stressati senza avere grandi prospettive di cambiamento. Solo il 4% si sente coinvolto nel proprio lavoro. E ben il 27% dichiara di aver provato un’intensa tristezza nella giornata lavorativa precedente. Insomma, un italiano su tre prova tristezza a lavoro.

Alla domanda: “da 1 a 10 dove diresti che è la tua vita oggi: quanto vicina al 10 nel complesso, o quante probabilità ha di arrivarci in futuro?” l’Italia si piazza al 28esimo posto. Solo il 40% dei lavoratori italiani si sente abbastanza vicino o comunque in procinto di raggiungere il benessere e la felicità. Al primo posto la Finlandia con l’84% di lavoratori che si dichiarano felici. 

Questo sentimento è influenzato dalle prospettive lavorative, che in Italia non sono ottimali. E anche dalle aspettative culturali sulla felicità, e cioè quello che percepiamo come il livello di “felicità naturale”.  

 

 

 

Per scoprire cosa può fare K-Rev per la tua organizzazione leggi qui.

 

(fonte WEF annual meeting 2022)

 

Leggi anche: Come comunicare gli obiettivi al tuo team?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.