Uno degli strumenti per affrontare il cambiamento inarrestabile che sta avvenendo nel mondo HR è il Feedback a 360°. Un metodo che mette al centro il confronto tra la percezione di sé e la percezione degli altri di una determinata persona. Ma come funziona? Come usarlo davvero bene? E quali sono i dubbi e le interpretazioni su questo metodo?

Hanno risposto a queste domande due ospiti d’eccezione del webinar Mondo HR, la dura verità Nicola Ladisa, HR and Organization Director nella Holding del Gruppo De Agostini e Andrea Martone, professore di organizzazione aziendale e dirigente del centro di ricerca “Strategic Management e Family Business”. Il tema è stato quello quanto mai attuale del Feedback a 360°. Ma come abbiamo affrontato l’argomento?

 

La difficoltà nel dare feedback

 

Partendo dal fatto che dare il feedback alle persone può risultare molto complicato, e infatti esiste una concreta difficoltà nella gestione di questo strumento all’interno delle aziende. Molto presente è però anche la consapevolezza che dare e ricevere feedback darebbe molta più rilevanza a quello che si fa e migliorerebbe le relazioni. Ma per introdurre il feedback a 360° nella cultura aziendale può essere utile qualche strumento.

 

Feedback 360 oltre la cultura della valutazione

 

Cultura della valutazione sì, ma il feedback 360 è qualcosa di più dirompente, perché quando noi pensiamo alla cultura della valutazione pensiamo sempre ad un capo che valuta dei collaboratori. Mentre invece con questo strumento vedremo tanti soggetti diversi e addirittura il collaboratore, che lavorano e valutano il capo: ecco che nasce qualcosa di particolare, qualcosa di nuovo.

Il motivo “scientifico” per cui si introduce il feedback 360 nella valutazione è legato alla validità e completezza del giudizio. Nella valutazione classica capo/subordinato vediamo una sola persona che ne valuta un’altra. E anche se la valutazione del capo è fatta con tutta l’onestà e con tutti gli strumenti del caso è sempre una valutazione nei limiti della capacità individuale di valutare. Ecco perché è stato introdotto ufficialmente il feedback 360, perché punti di vista diversi e occhi diversi permettono di fare una valutazione molto più valida.

 

Chi valuta nel Feedback 360?

 

Nel feedback a 360° in teoria dovrebbero esserci almeno tre soggetti. Deve esserci una valutazione top down e una valutazione bottom up e un terzo soggetto. Il terzo soggetto potrebbero essere i colleghi. Una diversa tipologia di soggetto potrebbe poi essere il cliente o anche soggetti esterni come i clienti, i fornitori, gli stakeholder vari. Anche loro arricchiscono la valutazione introducendo un punto di vista diverso. Un’ultima tipologia potrebbe essere quella di un esperto, un soggetto esterno oppure l’autovalutazione.

 

Come introdurre il feedback 360?

 

Introdurre alcune tipologie di valutazione, in particolare la valutazione dei collaboratori sul capo, è un cavallo di Troia per far passare un concetto culturale:

  • tutti siamo costantemente sottoposti ad una valutazione Siamo sempre valutati ed è bello che si accetti questa cosa e che tutti siano disposti a farsi valutare e disponibili a valutare.
  • utilizzando il feedback a 360 introduco un concetto di leadership più vicina ai miei collaboratori, una leadership più democratica, più inclusiva.

 

Hai ancora molte domande su questo metodo?

 

Trovi le risposte a tutte le domande sul feedback a 360° (anche quelle che non ti sono venute in mente) nel webinar Mondo HR, la dura verità: il metodo del Feedback a 360° che puoi riguardare in versione integrale. 

 

 

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